27 gennaio 2009

Tocca a noi ricordare

Levi_stampa27012009
Tocca a noi ricordare, come scrive Arrigo Levi nell'editoriale della
"Stampa" di oggi.

Ieri sera ho inserito un post intitolato appunto "Noi ricordiamo".

Nella giornata della memoria non possiamo dimenticare quella tragedia e non dobbiamo chiudere gli occhi sui drammi contemporanei.



[27.01.2009, anno IV, post n. 33 (753), © by Antonio Montanari 2009]


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14 gennaio 2009

Facciamo finta

Veltroniroma251008Filippo Andreatta osserva, sul "Corriere della Sera" di oggi, che la politica italiana sembra ignorare "quasi completamente l'incombente arrivo della crisi economica internazionale".

Finora, spiega, la recessione ha "solo sfiorato il nostro Paese, ma l'anno appena cominciato sarà invece con ogni probabilità uno dei peggiori del dopoguerra...".

Andreatta contrappone "l'ostinato ottimismo del governo" alla "latitanza dell'opposizione".

Berlusconi in agosto rifiutò la prospettiva della recessione. I fatti gli hanno dato torto, dimostrando che non basta considerarsi monarchi costituzionali per essere veri statisti.

Adesso nel suo governo assistiamo a continui contrasti dialettici e politici che non diventeranno insopportabili. E che non produrranno nessun cambiamento istituzionale.

Qualche protagonista si agita, come Fini. Il "(retro)marcia su Roma" da solo non va da nessuna parte, ormai.
Recita bene la commedia della differenza rispetto al "dominus" della situazione. Riceve qualche applauso.
E' contento. Passerà alla storia come il "sor Tentenna". Meglio che niente diranno lieti in casa sua e forse amaramente i posteri.

Il problema è l'opposizione: "presa dai suoi tormenti interni rinuncia a incalzare l'esecutivo come sarebbe suo compito istituzionale", osserva Filippo Andretta.

Questo è il vero dramma politico italiano. Il governo non incontra ostacoli. Hanno fregato Lega, Lombardia, Milano in un botto solo con l'Alitalia. A Prodi l'avrebbero inseguito con i forconi padani.
Con Berlusconi al potere, quelli del Nord si accontentano di qualche titolo di giornale. Meglio così. Ci siamo risparmiati le processioni con l'acqua del dio Po ed il tribunale popolare affascinato da qualche Borghezio e dalle sue parole in libertà.

L'intero articolo di Filippo Andreatta si legge sul sito di "Libertà e Giustizia".


Archivio Filippo Andreatta del blog. Post principali:

18 agosto 2007: Nelle pagine odierne di "Repubblica" di Bologna, Filippo Andreatta confessa tutto il suo sconforto per come stanno procedendo le cose in casa del nascituro Partito Democratico. «La mia freddezza attuale dopo l'entusiasmo dei mesi precedenti», spiega, nasce dal fatto che Ds e Margherita stanno cercando di mettere ai vertici locali soltanto uomini loro: se ci riusciranno, "quella sarà la cartina di tornasole che il test del rinnovamento è fallito".

12 gennaio 2008
: Filippo Andreatta denuncia all'interno del partito che ha contribuito a far nascere, la presenza di contraddizioni provocate dalle "ambiguità con cui è venuto alla luce il Pd".

19 agosto 2008
: "La Margherita si sta sfaldando di fronte alla granitica posizione dei Ds e in qualche modo oggi è già sciolta nel Pd. Mi sembra emergano due posizioni: da un lato chi china la testa di fronte ai Ds e viene unificato solo dalla sete di poltrone e di potere. E confluisce nella maggioranza del futuro Pd. Dall'altro lato c'è chi cerca ancora di mantenere una posizione autonoma".





[14.01.2009, anno IV, post n. 17 (737), © by Antonio Montanari 2009]

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06 gennaio 2009

Effetto Luxuria

EmanueleflibertoScatta anche per il principino Emanuele Filiberto di Savoia l'effetto LuxuriaLuxuria: voler apparire (in tivù) per sentirsi utile a qualcosa. Auguri al giovanotto. Sarà un'altra buona occasione per rallegrarci degli scampati pericoli grazie alla nascita della Repubblica.


[06.01.2009, anno IV, post n. 5 (725), © by Antonio Montanari 2009]

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05 gennaio 2009

Giustizia (2009)

Stampa28122008post
Si fa presto a dire riforme e dialogo. Carlo Federico Grosso ha saggiamente posto dei paletti invalicabili e inamovibili in tema di Giustizia.

"Vi sono decisioni sulle quali avere condivisione è difficile", ha scritto sulla "Stampa" del 2 gennaio. La prima decisione riguarda la riforma dell'ufficio del PM rendendolo "avvocato dell'accusa".

La seconda, le forze di polizia che diverrebbero autonome rispetto alla procura "nella fase di ricerca delle notizie di reato", mentre il PM "dovrebbe essere autorizzato a iniziare le sue indagini a seguito di un rapporto" delle stesse forze dell'ordine.

CFG teme che l'opposizione non sappia sfuggire alla tentazione di "tagliare in qualche modo le unghie alle Procure"...

In un precedente editoriale (27 dicembre) CFG aveva ammonito, altrettanto molto saggiamente, che il problema della Giustizia non tocca soltanto i politici ma "interessa tutti i cittadini, che, appunto tutti, hanno il diritto di non essere trascinati in procedimenti penali avventati, in giudizi non sufficientemente ponderati, in iniziative esorbitanti".

E tra queste "iniziative esorbitanti" ci sembra di poter mettere proprio le due "decisioni" difficili da condividere di cui CFG ha trattato il 2 gennaio.

Il problema è: di tutti questi discorsi importanti e fondamentali, che cosa giunge alla pubblica opinione attraverso i mass media?

Non basta invocare il "volemose bene", bisogna salvaguardare il rispetto della Costituzione. Abbiamo un presidente della Repubblica che ne è consapevole, pur avendo firmato il "lodo Alfano".

Ma c'è pure un presidente del Consiglio che pensa già come se fosse lui il capo di uno Stato a regime presidenziale e non parlamentare. E che in questa sua visione delle cose, pensa di poter pretendere dall'opposizione un'obbedienza cieca.

Egli è favorito dal fatto che la spartizione dei favori lobbistici su cui indaga da qualche parte la Magistratura, potrebbe indurre in tentazione l'opposizione stessa (come paventa CFG) a "tagliare in qualche modo le unghie alle Procure". Facendo un favore al capo del governo e facilitando le sue pericolose pretese presidenzialistiche.




[05.01.2009, anno IV, post n. 4 (724), © by Antonio Montanari 2009]

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01 gennaio 2009

Parli alle Camere, presidente





Napolitano_blog
Tutti uniti contro la crisi? L'auspicio di Napolitano val bene un discorso d'auguri. Ma per non restare nel limbo delle pie intenzioni, dovrebbe tramutarsi in un solenne e severo messaggio al parlamento (l'ho già auspicato).

Dovrebbe convincere chi governa che non si definiscono coglioni (termine sacro all'eloquio di Berlusconi) quanti non hanno votato per il partito che ha vinto le elezioni.

Dovrebbe garantire il rispetto della Costituzione invece violata dal "lodo Alfano".
Altrimenti le pie intenzioni diventano retorica.

Dovrebbe insegnare all'opposizione che certezza della vita politica democratica è saper dibattere con fermezza le questioni. Veltroni ha compreso troppo tardi il problema.
Troppi "ladri di Pisa" (che litigavano di giorno e rubavano assieme di notte), ci sono sul mercato politico. Inteso troppo spesso come mercato delle vacche per fottere il cittadino qualunque.

Presidente Napolitano, non chiuda il discorso del Capodanno in un cassetto. Lo invii anche ai signori del parlamento.


[01.01.2009, anno IV, post n. 1 (721), © by Antonio Montanari 2009]

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